la Gazzetta di Modena — 05 settembre 2010 pagina 10 sezione: CRONACA
Italia Nostra punta l’attenzione sull’impegnativo progetto da 17 milioni di euro in corso da poche settimane presso l’ex complesso monastico di San Paolo, posto tra le vie Camatta, Francesco Selmi e Caselle: «Ci opponiamo – spiegano i membri del direttivo modenese – alla soppressione della struttura muraria di via Caselle e alla conversione dell’orto conventuale in una sorta di piazza, sia pure alberata, aperta lungo l’intero lato nord della strada. Il muro costituisce un elemento essenziale del complesso ex monastico. Soprintendenza e Comune devono vigilare». Italia Nostra, associazione nazionale di tutela, invita dunque le varie parti attive nel cantiere – Municipio, l’Università, la Fondazione CRMO e la Provincia – a vigilare con particolare attenzione sui lavori di riqualificazione appena iniziati e da concludersi nel luglio del 2012. Per il restauro e riuso del comparto dell’ex monastero la Fondazione Crmo ha investito 17 milioni di euro (9 mila metri quadri di intervento), necessari a collocare in quei luoghi prestigiosi, dove si tenevano anche i “cortili” estivi, una scuola d’infanzia e un asilo nido comunali, servizi per la collettività, locali pubblici per attività espositive e l’ampia biblioteca della nuova facoltà di Giurisprudenza. Per Italia Nostra il progetto prevede l’abbattimento del muro antico – ampiamente modificato nel secolo scorso – di oltre 70 metri collocato in via Caselle. «Il muro – continua Italia Nostra – è ancor oggi conservato e costituisce un elemento essenziale del complesso monastico di cui protegge l’hortus conclusus. La cortina definisce insieme l’invaso della via Caselle e dunque costituisce un elemento essenziale della stessa morfologia storica urbana, sicché un insuperabile principio di restauro architettonico e urbano si oppone alla soppressione di quella struttura muraria e alla conversione dell’orto conventuale in una sorta di piazza». Anche alcuni residenti di via Caselle, tra l’altro, da tempo si lamentano perché un cartello di divieto messo nei pressi del muro impedisce l’accesso ad alcuni garage. Il Cantiere prevede un importo lavori di 11 milioni e mezzo di euro e l’ente coordinatore del progetto è il Comune, mentre il responsabile esecutivo è Politecnica Ingegneria (al progetto di riqualificazione partecipava anche la compianta Franca Stagi). Le imprese affidatarie dei lavori si sono unite in un’associazione temporanea di impresa composta dalla Coopertiva di Costruzioni, dall’Ing Ferrari del presidente di Confindustria, “Csm” e “T”, mentre tra le imprese esecutrici dei lavori figurano anche la Cmb, la CdC, Scianti, “Costruzioni 2”. – Stefano Luppi