URBANISTICA L’architetto Righi commenta il «j’accuse» dell’ex sindaco e la replica di Pighi
‘Senza consenso non si governa il territorio’
«Sui Peep questa giunta ha trovato tutto quasi fatto, eppure ci sono stati ritardi»
di Eugenio Tangerini – L’informazione 02.09.11
Ha letto più volte, in questi giorni, il clamoroso j’accuse dell’ex sindaco Germano Bulgarelli sulla politica urbanistica in città, poi l’immediata risposta del sindaco Giorgio Pighi. E ne ha ricavato una conclusione: «Si possono sollevare parecchie riserve sul bilancio degli ultimi anni che il primo cittadino ha presentato replicando a Bulgarelli, il cui intervento condivido totalmente». Chi parla è l’architetto Ezio Righi, padre del piano regolatore dell’89, iscritto al Pd e tra i promotori di «Modena Attiva». Un personaggio che negli ultimi tempi non ha certo nascosto le sue riserve sulle scelte dell’amministrazione. E che ora rincara la dose, con alcuni esempi: «A proposito dello sviluppo dei Peep – spiega Righi – sottolineo che questa giunta ha trovato quasi tutto praticamente fatto, compreso l’accordo con i proprietari del comparto Salvo d’Acquisto est: è un’area sulla destra della strada, per chi esce dalla città, con 370 appartamenti appena ultimati. Era pronto, caldo caldo, però l’hanno lasciato raffreddare. E vorrei capire – insiste l’architetto – perché le case Peep sono state fatte partire quasi un anno dopo quelle realizzate dai costruttori privati sul terreno che si trova a fianco».Quanto agli standard di verde e ai servizi di quartiere, Righi riprende un’osservazione del sindaco secondo cui con la variante al Prg del 2007 lo standard è stato diminuito da 100 a 75 metri quadrati per abitazione, ovvero per famiglia. «Tutto vero,ma allora trovo contraddittorio – continua – che Pighi sostenga,in generale, che “in questi anni non abbiamo modificato i nostri standard urbanistici”. E si potrebbe continuare così su moltialtri punti, ma non è questo che davvero importa». Qual è il nocciolo, allora? «Mi sembra – risponde l’architetto -che la preoccupazione dell’intervento di Bulgarelli riguardi soprattutto l’esercizio degli istituti democratici, nella sostanza e nelle forme, quando si tratta di decidere il futuro del territorio. Credo di capirlo, nella sua lettera aperta, da alcuni passaggi sul ruolo del Consiglio comunale. Voglio ricordare che il documento “Modena Futura”, che fra molte altre cose perora una crescita di 50mila abitanti per la città, e che l’assessore competente considera tuttora valido, è in circolazione da oltre quattro anni. Ma in Consiglio comunale non è mai stato presentato né discusso».«Giusto due anni fa – insiste Righi – Italia Nostra, Legambiente e Wwf chiesero formalmente alla commissione consiliare di essere ascoltate, come è loro diritto, ma l’audizione non è mai stata concessa e neppure negata». Insomma, il nodo vero riguarda «l’esercizio della democrazia nei rapporti con la cittadinanza, le rappresentanze e le associazioni». Su questo «il giudizio di Bulgarelli non potrebbe essere più netto. E non è che quando era sindaco lui – ricorda Righi – non ci fossero comitati e contestazioni. Altroché: posso testimoniarlo». In conclusione, il papà del Prg si dichiara «intimorito soprattutto da una concezione di governo del territorio, praticata in questi anni, indifferente od ostile al consenso dei cittadini, oltre che burocratica nei rapporti con le loro rappresentanze elettive. Questo – conclude il combattivo architetto – finisce con l’indebolire la capacità dell’amministrazione comunale di tenere a bada interessi economici e politici. E quindi indebolisce il pieno esercizio delle libertà democratiche».