Pubblichiamo integralmente un importante documento sull’EX AMCM che entra nei retroscena di una vicenda aperta.

Questo è il parere dei tre illustri urbanisti da Italia Nostra  presentato al TAR dell’Emilia Romagna che nel prossimo dicembre dovrà dire con la sua sentenza se è legittimo, cioè conforme al vigente piano regolatore, il piano attuativo approvato per l’area ex AMCM dal Consiglio comunale di Modena nel 2009 (Italia Nostra, convinta che quel piano sia clamorosamente illegittimo, lo ha impugnato davanti al TAR ).

Come è noto il complesso  fu  abbandonato dall’Azienda Municipalizzata del Comune di Modena  agli inizi degli anni Novanta.  Il concorso per la riqualificazione dell’area, concluso nel 1995, fu vinto dall’ architetto  Carlo  Melograni.  Il suo progetto,  fatto proprio dal piano particolareggiato adottato dal Consiglio comunale nel 2000, prevedeva pochi  spazi destinati ad abitazioni e privilegiava spazi verdi e luoghi per aggregazione, attività culturali e tempo libero, salvaguardando  l’impianto dell’insediamento storico con il recupero degli edifici originari.   In sede di approvazione (2004) quel piano fu radicalmente modificato (tanto che Melograni  ritirò la propria firma dal progetto), ma in pratica fu poi lasciato cadere. Nel luglio del 2007 l’Amministrazione comunale riprende il progetto di riutilizzo dell’area,  adottando un nuovo piano attuativo che letteralmente stravolge l’impianto planovolumetrico dell’insediamento storico,  trascurando ogni criterio  di armonizzazione dei nuovi edifici con quelli mantenuti (perché vincolati dalla Soprintendenza),  con la previsione di una torre di tredici piani e di una stecca di edificato  che taglia l’area per tutta la sua larghezza, introdotta così una esorbitante densità che implica un  carico urbanistico insostenibile (abitazioni, parcheggio, supermercato) . Il parere pro-veritate di Cervellati,  De Lucia e Salzano  dà autorevole conferma alla denuncia di Italia Nostra, che ha impugnato davanti al TAR il piano attuativo infine approvato nel dicembre 2009. Le relative previsioni contrastano radicalmente con quanto il vigente piano regolatore prescrive in quell’ambito e cioè il recupero dell’impianto urbano del primo Novecento e,  quanto alla nuova misurata edificazione, la vuole modellata sui superstiti  fabbricati originari.

Si intende dunque sopprimere il Cinema Estivo (il primo cinema all’aperto realizzato a Modena e l’unico superstite). Già si sono abbattute  la rimessa dei tram (applicazione pioniera a Modena della tecnologia del cemento armato) e la palazzina degli uffici disegnata da Vinicio Vecchi nei primi anni 50 del Novecento.  Di quei due edifici non era ancora concluso il procedimento di verifica dell’interesse culturale, negato per la rimessa dei tram sol per un errore facilmente riconoscibile di identificazione catastale, subito segnalato da Italia Nostra.  Anticipando l’ imminente sentenza del TAR Lazio sul punto, la giunta comunale (agosto 2010), ha proceduto in gran fretta alla demolizione, così chiudendo brutalmente la questione,  che la sentenza  resa pubblica a settembre avrebbe invece riaperto, ma inutilmente di fronte al fatto compiuto.

Italia Nostra è convinta che con quelle demolizioni sia stato commesso un illecito penale.

parere pro veritate ex amcm

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