Con la riforma del ministro Franceschini, portata via da Modena la soprintendenza per i beni storici e artistici. Resta la Galleria come autonomo museo, sottratto alla tutela territoriale. Declassati l’Archivio di Stato e la Biblioteca Estense. Modena rimane indifferente. Il così detto polo librario nell’ex Ospedale Sant’Agostino contro un organico sistema bibliotecario per la città.
“Non è una promozione la costituzione della Galleria Estense come autonomo museo”; “espulsa dalla soprintendenza, vivrà fuori da ogni rapporto con la tutela territoriale e ad essa indifferente, in un vuoto che contraddice la realtà del diffuso e continuo patrimonio storico artistico del nostro paese”.
Lo dicemmo nel luglio scorso all’annuncio della rozza riforma nella organizzazione del ministero per i beni e le attività culturali e il turismo. Ora si apprende che la riforma ha poi declassato (come l’Archivio di Stato) la Biblioteca Estense, privandola di una adeguata direzione e perciò l’attuale direttore dovrà essere allontanato. Era però dato per certo che, a riparazione (forse inconsapevole) di questa mortificazione, la Biblioteca sarebbe stata attratta entro l’autonoma gestione della Galleria e così sarebbe stata ricomposta anche istituzionalmente la unità dei due complementari – gloriosi – istituti estensi. Ma una simile misura avrebbe obbiettivamente ostacolato il trasferimento della Biblioteca entro il così detto polo culturale della fondazione bancaria; e, infine, è caduta. Si dice, e vorremmo che ci giungesse immediata la smentita, che il pentimento del ministero sia stato indotto da un immediato preoccupato intervento da Modena.
L’amministrazione comunale per parte sua, dando ospitalità nell’antisala del Consiglio alla mostra del progetto, si limita a confermare (e enfatizzare) l’impegno per il trasferimento delle biblioteche Estense e Poletti nel complesso dell’ex ospedale Sant’Agostino, mentre rinuncia ad affrontare in proprio la programmazione complessiva del servizio bibliotecario per la città. Ha abbandonato infatti all’esaurimento il sistema, un tempo esemplare, delle biblioteche di quartiere e si ostina a costringere la biblioteca Delfini negli attuali spazi soffocanti. Quando il Palazzo del Santa Margherita offrirebbe la disponibilità di una adeguata espansione nella porzione dello stesso edificio oggi occupata da Galleria Civica e Museo delle figurine, create così le condizioni di una biblioteca di pubblica lettura per la città, con la necessaria copertura bibliografica. Già lo abbiamo detto e dobbiamo qui ancora ripetere. Il polo librario nel Sant’Agostino è scelta che rivela la rinuncia ad affrontare in termini organici e complessivi il compito di assicurare a Modena un moderno ed efficiente servizio bibliotecario.
Si vuole ignorare che la statale Estense e la comunale Poletti sono storiche biblioteche di ricerca e studio a utenza necessariamente limitata e ad esse non si addice il complesso apparato di servizi progettato nel Sant’Agostino per una moderna biblioteca di nuova istituzione, diretta a soddisfare una vasta indifferenziata utenza di pubblica lettura, dunque in pratica funzionalmente sovradimensionato ed economicamente ingiustificato. Entrambe le biblioteche storiche ben possono con impegno economico assai più contenuto trovare la adeguata sistemazione nel palazzo dei musei con la espansione negli spazi attigui liberati dalla impropria destinazione ospedaliera. Mentre istituzioni recenti come Galleria civica e Museo della figurina troverebbero una appropriata sistemazione nel complesso del Sant’Agostino, con il trasferimento che dà definitivo respiro alla Delfini promossa a biblioteca di città.
Sono proposte queste che da anni Italia Nostra si ostina a motivare incontrando il pregiudiziale rifiuto, perfino a considerarle, della amministrazione comunale e la diffusa indifferenza anche della opinione pubblica più avvertita che nega il proprio contributo, altrimenti decisivo, alla soluzione corretta del problema di dotare la città di un efficiente e moderno sistema di informazione bibliotecaria per Modena. Nel rispetto dei valori di tutela degli ambienti urbani storici e della legalità, palesemente offesi da un intervento (la ristrutturazione radicale del complesso dell’ex Ospedale Sant’Agostino) che viola i principi insuperabili del restauro dettati dal codice dei beni culturali e la vincolante disciplina urbanistica.
Modena, 22 gennaio 2015.
Italia Nostra,
sezione di Modena