Vittima del suo schema polemico, il Sindaco stenta a capire che nell’ insediamento dei chioschi in muratura dentro il monumentale Parco della Rimembranza (in dichiarata funzione di promozione commerciale) il Pubblico Ministero ha ravvisato profili di illecito (contravvenzioni alle norme urbanistiche e del codice beni culturali, non accuse infamanti). E ha perciò esercitato l’azione penale, richiedendo il sequestro dei veri e propri cantieri edili, che il GIP ha disposto, il Tribunale del riesame ha per due volte confermato e infine la Corte di Cassazione ha confermato la decisione del Tribunale, valutando anche il fondamento nel merito delle misure cautelari. Non è quindi questione di ricorsi e carte bollate; gli imputati assolti non sono stati “ingiustamente accusati” “da chi pretende di imporre le sue tesi minoritarie”. Nei loro confronti è stata promossa un’azione pubblica alla quale il Pubblico Ministero non intende affatto rinunciare di fronte alla assoluzione pronunciata dal Tribunale che perciò, si è appreso, sarà impugnata in appello. Gravissima l’affermazione del Sindaco che la stessa democrazia cittadina è stata ferita dalla motivata e responsabile iniziativa del Pubblico Ministero, coperta da molteplici decisioni del Giudice e perfino dalla Corte di legittimità.
Modena, 29 giugno 2017
(fonte foto: Modena Come)