Modena attende la statua in bronzo che ritrae il suo Luciano Pavarotti in una delle pose tipiche di scena. In piedi, grandezza naturale, a braccia aperte con il gran foulard immancabile, questa l’immagine scelta per raffigurare il Maestro, forgiata nel metallo dall’artista Stefano Pierotti; l’opera è un omaggio del Comune di Pietrasanta, arriverà a Modena la prossima settimana e sarà collocata in Via Goldoni. È stata approvata sia dalla famiglia Pavarotti che dalla Soprintendenza. A caval donato non si guarda in bocca, come si dice. E la nostra amministrazione se la cava a buon mercato. Era il caso di procedere così? Non doveva la città natale del Maestro condurre in proprio l’operazione? E bandire un concorso (se crede ancora nel monumento secondo la tradizione celebrativa), dando indicazioni sui modi della rappresentazione, selezionare l’esecutore dell’opera, impiegando, perché no, le competenze della neonata Fondazione Arti Visive? O forse il modo più significativo per onorare il Maestro non sarebbe istituire una borsa di studio a lui intitolata per giovani cantanti di talento e anche dar vita a un concorso internazionale tra tenori alle prime esperienze di scena? Un progetto concreto che varrebbe a tener viva nel tempo la memoria del grande Artista ben oltre gli spazi della sua città e nel contempo arricchirebbe la tradizione modenese del bel canto? Possiamo immaginare che Modena e la sua amministrazione vorranno dar vita a un progetto ben altrimenti impegnativo?
22 ottobre 2017
Italia Nostra, sezione di Modena
fonte foto: Comune di Modena