Il Sindaco di Fiorano si dice dispiaciuto che una associazione come Italia Nostra sia caduta nell’errore di ritenere che nei terreni a sud della Via Motta di Spezzano sia vietato edificare. La variante urbanistica approvata con l’accordo di
programma avrebbe rimosso quel divieto.
Gli errori, se ci fossero, di una associazione privata come Italia Nostra sono innocui. Non lo sono invece quelli di enti pubblici come Comune e Provincia che hanno ignorato: 1. che il piano territoriale di coordinamento provinciale riconosce in quei terreni un ambito agricolo di rilievo paesaggistico entro il quale è ammessa soltanto l’attività agricola tradizionale e che la variante urbanistica del subordinato piano strutturale comunale approvata con l’accordo di programma non è valsa a rimuovere la vincolante destinazione agricola dettata dal piano provinciale; 2. che quando l’accordo di programma comporta variante a un piano sovracomunale la legge regionale (art.40, comma 3quater, l.r. 20/2000) vuole che vi partecipi la Regione (perché ad essa compete l’approvazione del piano provinciale), rimasta invece estranea all’accordo.
Ma non solo questi gli errori di Comune e Provincia. Con il concluso accordo di programma sono stati congiuntamente avviati ad esecuzione due distinti accordi di pianificazione, l’uno che prevede l’ampliamento dello stabilimento System nel capoluogo utilizzando un’area contigua a diversa destinazione e come contributo di perequazione l’impresa è impegnata ad acquistare a Spezzano e a traferire al Comune l’area in cui insediare il polo scolastico; l’altro che prevede a Spezzano, entro lo stesso ambito agricolo, l’ampliamento di una zona residenziale (definita dal piano e non realizzata) e la società proprietaria è impegnata a trasferire al Comune l’area per la costruzione della struttura assistenziale Hospice. Una previsione, questa, che interessa la fascia laterale al torrente Fossa, soggetta a tutela paesaggistica secondo il codice beni culturali, così come l’ampliamento dello stabilimento System interessa il torrente Corlo e la sua fascia laterale e ogni trasformazione fisica in questi ambiti esige il consenso della Soprintendenza. All’accordo di programma, dunque, sarebbe dovuta essere chiamata la Soprintendenza, invece mantenuta estranea alla deliberazione della conferenza di servizi, richiesta di un mero non vincolante parere (neppure potendosi escludere che le prescrizioni della soprintendenza a tutela del Torrente Corlo impedissero l’ampliamento stesso dello stabilimento System e quindi mettessero perfino in discussione quanto previsto in perequazione a Spezzano).
Sono gli errori fatti valere con il ricorso al giudice amministrativo da Italia Nostra, ancora convinta che a sud della Via Motta, prima della più recente prescrizione di inedificabilità a ragione introdotta dalla Soprintendenza, operi il vincolo insuperabile di destinazione agricola posto dal piano provinciale.
Modena, 12 marzo 2019
Italia Nostra sezione di Modena.