La Chiesa di San Biagio a Roncoscaglia in comune di Sestola versa in condizioni di grave sofferenza strutturale, assai prossime alla irrecuperabilità del prezioso monumento romanico. L’urgente intervento di restauro non è favorito dalla formale intestazione catastale del bene a un privato proprietario, non interessato certamente alla conservazione dell’edificio di culto e forse neppure consapevole della propria titolarità e degli obblighi conseguenti. Crediamo quindi che si imponga l’attivazione del procedimento per l’intervento conservativo imposto secondo l’art.32 e seguenti del codice beni culturali, ricorrendo per altro nella specie, in ragione dello straordinario interesse storico e artistico della costruzione medievale, l’ultima ipotesi del primo comma dell’art.35, con l’assunzione da parte del Ministero dell’integrale onere di spesa. Ricordiamo che la Chiesa di San Biagio di Roncoscaglia era stata analiticamente rilevata nella struttura architettonica e nell’assetto della porta principale (con i capitelli delle strombature) e della secondaria (con gli ornati di architrave e archivolto) da Vincenzo Maestri che nella pubblicazione Di alcune costruzioni medievali dell’Appennino modenese (Modena, 1901, coi tipi della Società Tipografica Antica Tipografia Soliani) ricostruisce la vicenda storica dell’edificio sulla traccia del Dizionario Topografico del Tiraboschi, fino alla parziale demolizione e al restauro del 1733, crollato infine il tetto nel 1884; descrive lo stato attuale della fabbrica e pubblica le due tavole dei propri accuratissimi disegni. Della Chiesa di San Biagio si occupa diffusamente Roberto Salvini nel suo Il Duomo di Modena e il Romanico nel Modenese (Modena, 1966, Cassa di Risparmio di Modena, pagine 210-211 e tavole 276-278), riconoscendo nei capitelli della porta principale l’opera – primi decenni del XIII secolo – di maestri campionesi provenienti dalla Toscana. La responsabilità conservativa di un monumento di tale interesse, di fronte all’urgenza della messa in sicurezza dell’edificio, crediamo che debba essere assunta direttamente dalla istanza statale della tutela, come è previsto dal comma 3 dello stesso art.33 del codice (che rimette al soprintendente di valutare la necessità della esecuzione diretta degli interventi).
Modena, 26 aprile 2024.
Italia Nostra, sezione di Modena
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