Italia Nostra non aveva condiviso la innovazione nell’assetto organizzativo/ amministrativo che ha sacrificato l’autonomia della Biblioteca, annessa alla Galleria, sua speciale sezione, così oscurato il profilo bibliologico dell’istituto e mortificata la funzione sua propria di informazione bibliografica, in contrasto con la stessa vicenda storica delle raccolte estensi insediate nel Palazzo ducale. Lì massimamente valorizzato l’autonomo ruolo della Biblioteca alla quale nell’Ottocento accedeva – ricordiamo – il contiguo Museo delle medaglie (“monete, medaglie, bronzetti, gemme e altri oggetti diversi di curiosità e erudizione”), perciò diretto dal bibliotecario Celestino Cavedoni.
E’ stata criticata – nel concluso mandato – la gestione della Biblioteca fortemente accentrata (nei rapporti con il subordinato personale addetto) dalla direzione delle Gallerie, un assetto funzionale che ha condotto al drastico taglio dei servizi bibliografici a favore del versante museologico (riconosciuto per altro il merito dell’appropriato restauro delle sale storiche). In modo netto sono stati eliminati tutti i servizi di fotoriproduzione, interni ed esterni, che si avvalevano di moderne attrezzature. Scontato che la funzione degli istituti bibliografici è radicalmente cambiata ed è in costante evoluzione, il repentino capovolgimento ha lasciato interdetti modenesi e utenti.
Ad oggi si deve tener fermo che la biblioteca non è un museo e che la sua prima missione è il servizio al pubblico, in presenza così come da remoto. Fornire informazioni bibliografiche di alto profilo richiede la presenza di bibliotecari preparati e qualificati, rivolti veramente agli utenti e non autoreferenziali. Il prestito locale ed interbibliotecario efficiente e rapido deve soddisfare le esigenze degli studiosi ovunque risiedano. L’acquisto di opere in linea con la mission della Biblioteca estense (letteratura, storia, arte soprattutto) fatto con grande sagacia e discernimento può rendere di nuovo attrattiva la lettura e la consultazione in sede, ridotta oggi ai minimi termini. A questo riguardo si segnala la necessità di arricchire e di aggiornare il materiale presente nella sala di consultazione. I libri di sala restano un presidio e uno strumento imprescindibile. Anche la parte mutinensia, cioè i titoli di interesse locale, non è aggiornata, perché in pratica ridotta alle sole acquisizioni per i diritti di stampa, sicché mancano molte opere di interesse locale stampate fuori città.
La prosecuzione intensificata della digitalizzazione del patrimonio storico e dei diversi fondi (nel coltivato rapporto di integrazione con le disponibili competenze dell’Università, summer school digital humanities: non è la biblioteca anche universitaria?) rimane modo fondamentale per rispondere al bisogno di documentazione di studiosi di ogni parte del mondo e per diffondere la conoscenza del prestigioso istituto e dei suoi tesori.
Una considerazione sulla ex sala di lettura a piano terra (a quell’impiego era in pratica ricondotta la qualificazione/funzione universitaria) da anni sottratta ai servizi propri della biblioteca. La recente mostra su Ter Bruggen ne ha evidenziato la inadeguatezza ad ospitare esposizioni di questo tipo che esigono ampi spazi per quadri anche di grandi dimensioni. Più appropriato l’impiego della sala per mostre bibliografiche e seminari che sappiano coinvolgere appassionati e insegnanti soprattutto. Tenuti dai bibliotecari, questi incontri servono ad illustrare fondi estensi, raccolte particolari, figure e presenze che solo i carteggi e le documentazioni dirette sono in grado di mettere a fuoco. Con una buona collaborazione Biblioteca – Provveditorato agli studi si possono realizzare incontri proficui. Le classi, stimolate dai loro insegnanti, accedono poi alla biblioteca che predispone di volta in volta percorsi espositivi monografici. L’attività didattica infatti è parte non certo secondaria della vita della biblioteca, ne promuove e valorizza l’ufficio. Questo vivo rapporto con la città è funzione importante, sovente non data per scontata.
La Sala Campori, sala ab antiquo destinata all’esposizione potrebbe riportare i codici “classici”, quelli che per tradizione modenesi e turisti si aspettano di trovare, dalla Bibbia di Borso, al Breviario di Ercole, alla serie dei manoscritti estensi, Campori, corviniani, Obizzi del Catajo e dei più preziosi incunaboli e libri xilografici. Oggi i turisti a Modena non sono pochi, anche esigenti e attratti dal riconoscimento di sito unesco, quindi soddisfare le loro aspettative con una rassegna adeguata pare la scelta migliore.
Una considerazione conclusiva. Come per la Galleria che nella nuova disponibilità degli spazi contigui dell’ex Ospedale Estense risolve il problema dell’accorpamento dei servizi che saranno lì trasferiti dall’attuale insediamento in Palazzo Coccapani, un’analoga operazione sembrerebbe opportuna per la Biblioteca che soffre degli erratici depositi in più luoghi della città. Era stata considerata (ma poi valutata impraticabile) la ipotesi di sistemare i depositi in apposito vano ricavato nel sottosuolo del più ampio cortile della attigua porzione del Palazzo (già sede dell’Ospedale estense). Si dice che la direzione delle Gallerie Estensi nel momento in cui il Comune assegnò ai distinti istituti i recuperati spazi retrostanti non abbia posto la rivendicazione per i depositi librari e la Biblioteca è rimasta chiusa nelle dimensioni ottocentesche, adeguate all’assetto museale della storica raccolta. Si ricorderà che nei primi anni del Duemila quella dimensione era stata avvertita come funzionalmente insopportabile e di lì aveva preso avvio la tribolata vicenda del prospettato trasferimento della Biblioteca: si accolse la dichiarata disponibilità della Fondazione Cassa di risparmio ad ospitarla nell’edificio dell’ex Ospedale Sant’Agostino che la Fondazione aveva acquistato dall’AUSL e in quella prospettiva rimase inutilmente attardata (per un decennio!) l’impresa del recupero a nuove funzioni dello storico insediamento ospedaliero. Può essere oggi valutata la opportunità di riaprire la questione nei rapporti con l’Amministrazione comunale (proprietaria del palazzo dei musei e del corpo retrostante di analoghe proporzioni quanto a superfici utili), sembrando che la materiale disponibilità di spazi contigui costituisca la straordinaria occasione offerta alla adeguata sistemazione funzionale dei depositi librari da tempo impropriamente allontanati dalla sede del servizio di lettura.
Modena, marzo 2024
Italia Nostra, sezione di Modena.
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