Apprendiamo con soddisfazione dalle rassegnate dichiarazioni del Sindaco che l’amministrazione comunale intende abbandonare definitivamente il piano attuativo per l’area ex AMCM dal TAR dichiarato illegittimo. Il Comune riconosce dunque in sostanza il buon fondamento di quella decisione.
Ma non è vero che la sentenza abbia censurato soltanto dei vizi formali di procedimento, perché invece ha accolto anche (tra i diversi altri) il secondo motivo del ricorso. Italia Nostra aveva denunciato, infatti, la sostanziale violazione delle prescrizioni vincolanti dettate per quell’area dal piano strutturale, là dove (parole della sentenza) “prescrive che l’edificazione e l’ampliamento degli edifici devono conformarsi ai criteri e alle modalità insediative proprie dell’impianto di origine dell’isolato o del contesto circostante” (se l’isolato abbia nel tempo perduto le sue originarie caratteristiche). Non v’è dubbio, osservava infatti Italia Nostra, che il complesso AMCM abbia conservato il suo essenziale originario impianto compositivo e distributivo e in contrasto clamoroso con esso si sarebbero poste la torre, 14 piani, alta oltre 40 metri e la stecca traversa lunga oltre 80 metri. Né per far posto a queste nuove esorbitanti strutture edilizie sarebbe stato ammissibile demolire edifici autentici come la “rimessa dei tram” (matrice dello storico insediamento) o l’ampliamento organico della palazzina degli uffici progettato dall’architetto Vinicio Vecchi. La demolizione di questi due edifici dell’impianto originario la sentenza ha dichiarato illegittima. E a rigore, si deve osservare, l’unica riparazione del consumato abuso è la fedele ricostruzione.