Duomo, Ghirlandina, Piazza Grande: sia attuato il piano di tutela del Sito Unesco

Modena attende impaziente il piano di tutela per il complesso “Cattedrale, Torre Civica Ghirlandina e Piazza Grande”, nel 1997 incluso nel Patrimonio dell’Umanità.

Certamente non è ancora operante per il modenese sito Unesco il “piano di gestione” che Comune, Provincia, Capitolo Metropolitano e tutte le (numerose) istituzioni statali della tutela si erano impegnati ad elaborare, sottoscrivendo (2005) un apposito “protocollo di intesa”. Non sarebbe altrimenti possibile e tollerato l’impiego dello zoccolo – contrafforte che segna a terra il perimetro del Duomo come la panchina per la siesta delle persone, lì sedute e perfino sdraiate; soprattutto sarebbe stato severamente impedito (con un assiduo servizio di vigilanza) lo scandaloso fenomeno della intenzionale erosione, anche profonda e diffusa, dei conci (medievali!) di arenaria per ricavarne la polvere da taglio di soccorso cercata dai tossicodipendenti. Un fenomeno che consuma la sostanza stessa del monumento, nella sorprendente indifferenza di tutti. Neppure sarebbe sistematicamente utilizzata la piazza come l’arena di esibizioni musicali con emissioni sonore ad altissima frequenza (dannose per i delicati rilievi esterni del Duomo) e a forte richiamo di spettatori che agevolmente nelle ore notturne sfuggono al controllo, come si è potuto constatare anche nella più recente occasione di spettacolo (con scene di vero e proprio bivacco sulla soglia del tempio). Sarebbe stato, se non definitivamente attuato, almeno messo allo studio l’allontanamento del traffico veicolare, e specie dei pesantissimi mezzi pubblici, dal sagrato della Cattedrale, con il preoccupante effetto di vibrazioni trasmesse alla facciata con le lastre di Wiligelmo e il fragile rosone. Sarebbe stata data, infine, convincente ragione delle prolungate campagne di “restauro” che si ripetono a cadenze assai (troppo?) frequenti, celando, con complessi  ponteggi di cantiere, il monumento. Che negli ultimi vent’anni mai si è potuto vedere  in tutto libero da fasciature. (E’ attivo, e con quale mandato, il cantiere nascosto dietro le impalcature montate ormai da mesi intorno alle absidi e lungo il fianco sud, già oggetto di un non lontano intervento di restauro? Mentre è trascurata la ordinaria manutenzione dei sofferenti legni settecenteschi del portale maggiore).

Non si vorrebbe che alla attenta osservazione dei fiduciari Unesco apparisse una situazione tale da imporre l’esclusione del sito modenese dal Patrimonio dell’Umanità.

Modena, luglio 2011.

Il Direttivo di Italia Nostra, sezione di Modena.